lunedì 10 dicembre 2012

Elogio della diversità

Da sempre, nelle fasi di grandi cambiamenti sociali o scoperte tecnologiche, introduciamo nella lingua parlata nuovi termini, neologismi appunto, per esprimere movimenti culturali, correnti artistiche, generi musicali, atteggiamenti o mode che si vanno diffondendo.
I termini coniati possono essere divertenti ed intuitivi, pensiamo per esempio alla parola  'scapigliati' che si riferisce a quel gruppo di giovani ribelli nei pensieri e nelle chiome, che, nella seconda metà dell''800, tentarono di scalzare l'ipocrisia ed il conformismo borghese, oppure, per ricordare qualcosa di più attuale, ai 'girotondini' dei primi anni del XXI secolo.
Accade poi che una 'lingua viva', nel suo moto solidale con la storia dell'uomo, si ritrovi con termini esistenti, che mutano di significato, assumendo sfumature leggermente diverse: le variazioni  possono essere anche marcate e virare verso accezioni particolari, più o meno  positive.
Qualche tempo fa, il termine 'diversità', era comunemente usato insieme ai sinonimi  'differenza' e 'varietà'; mi chiedo se, nel linguaggio attuale, non sia utilizzato con estrema parsimonia, maneggiato con circospezione ed evitato quando possibile.
Non sarà in corso un'operazione di screditamento, un intento discriminatorio di questa parola?
Si sta forse 'ghettizzandola', riducendone via via il significato fino ad attribuirle un concetto un po' sinistro e lievemente dispregiativo?
Mi riferisco a quella pubblicità di una banca che suonava così: 'la mia banca è differente'; perchè non è stato usato lo slogan ' la mia banca è diversa'?
Credo che il termine 'differente' sia più soft, amichevole, meno insidioso: 'differente' significa simile, che differisce solo di poco mentre 'diverso' può far paura, evocare scenari pericolosi  e minacciosi.
Quante paure ci affiorano pensando a qualcosa o qualcuno diverso dalla massa...
Essere omologati, uguali, copie di un modello è semplice per il mediocre e gradito alla società che ci strumentalizza: non riserva sorprese, è consueto, prevedibile e conforme, una garanzia!
Ma allora come è possibile progredire, l'evoluzione, lo sappiamo, passa per la diversità.
E poi, ci conviene la paura del nuovo ?
E' così bello e perfetto il nostro presente ?
Penso che accettare tutto ciò che è dissimile da noi ed allargare le maglie della rete, sia aprire le prospettive; sono convinta che confrontarsi con la diversità di colori, lingue, razze, culture ed ideologie ci  rinforzi ed arricchisca la specie.
Ricordiamo che le dittature si sono affermate con la soppressione della diversità, della libertà di pensiero, le guerre sono state compiute in nome di una presunta superiorità etnica o religiosa.
Meglio fare attenzione!


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