martedì 11 dicembre 2012

Lasciateci liberi ma non lasciateci soli!

In certi periodi della vita accade di sentirsi soli.
A me è capitato molti anni fa, quando ero una giovane ragazza: ho provato una solitudine profonda , un freddo intenso, un vuoto stagno che mi avvolgevano cuore e visceri e non mi abbandonavano mai, diventando particolarmente intensi quando ero in compagnia di altri.
E' avvenuto in seguito a vicissitudini e lutti familiari che mi hanno colto alle spalle, mentre ero impreparata ed in un momento di crescita personale.
Poi il tempo, i miei figli, ed alcune persone care, mi hanno guarito.
Ricordo che in quel periodo difficile, nel tentativo di consolarmi e trovare una via d'uscita al mio malessere, cercavo di ingannare la mente con teorie strambe: talvolta provavo a convincermi che stavo vivendo una condizione di privilegio, che non ero sola, ero soltanto libera, libera da vincoli, obblighi e doveri parentali...
Funzionava ?
No, ero sofferente ma non sciocca, sapevo e soprattutto sentivo che quella non era libertà, ma soltanto solitudine, indifferenza e vuoto intorno a me.
Oggi credo che queste considerazioni  facilmente applicabili nell'ambito personale e familiare si possano estendere anche nel più ampio  contesto sociale.
Sto pensando a quei poveri adolescenti, alle giovani madri emarginate e ad alcuni anziani di cui sentiamo parlare nei notiziari: tentati suicidi, suicidi, gesti estremi più o meno falliti.
Forse non dovremmo fermarci alle spiegazioni, talvolta superficiali, che i mass media ci propongono:  miseria, difficoltà, disoccupazione, separazioni ed altro stanno a monte, certo, ma non facciamoci ingannare.
Credo che esista una matrice comune in tutte queste storie apparentemente lontane fra loro: una profonda solitudine sociale.
Chissà quanti di questi sfortunati esseri umani desiderano realmente uccidersi per interrompere un livello di sofferenza divenuto insostenibile... forse fra tutti loro ci sono persone che hanno solo un grande bisogno di attenzione.
Potrebbe essere il tentativo di farsi notare, come dire: ' Ehi, società mi vedi? Ci sono anche io e sto male!'
Spesso è fastidioso frequentare ed aiutare gli sfortunati e chi soffre, disturba il quieto vivere del singolo, collide con il benessere psico-fisico, rende insicuri, fa pensare e, soprattutto, non è gratificante dal punto di vista economico.
Poi, e questo è ben noto agli uomini di potere, emarginati e poveri  non finanziano le campagne elettorali, né offrono vacanze sontuose, non rendono famosi e non ricambiano i favori.
Occuparsi di loro è faticoso, impegnativo e frustrante, distoglie dalle luci della ribalta e dalla rassicurante routine quotidiana.
Meglio contenere i costi e gli sforzi, ignorare le difficoltà del prossimo e pensare al proprio utile.
Ma... per favore, lasciateci liberi ma non lasciateci soli !

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